Villa Foscari: un gioiello da amare e proteggere

I Foscari cominciarono ad acquisire proprietà nella podesteria di Gambarare (entro la quale ricadeva anche la Malcontenta) a partire dalla prima metà del Cinquecento, quando i procuratori di San Marco misero all'asta le ex proprietà dei Valier, appartenute prima ancora all'abbazia di Sant'Ilario.

L'edificio, che sorge come blocco isolato e privo di annessi agricoli ai margini della Laguna lungo il fiume, fu voluto da Nicolò Foscari (proprietario della celebre Ca' Foscari sul Canal Grande), che intendeva realizzare non tanto una villa-fattoria, ma piuttosto una residenza suburbana, raggiungibile rapidamente in barca dal centro di Venezia grazie alla posizione presso la foce del Naviglio del Brenta. Il progetto fu affidato ad Andrea Palladio tra il 1556 e il 1559, o forse nel 1554 (manca una documentazione relativa); studi recenti hanno documentato un intervento dei Foscari a favore di Palladio per la progettazione di un altare per la chiesa di San Pantalon nel 1555, il che testimonierebbe un rapporto precedente alla progettazione della villa.

Nel 1560, nel pieno dei lavori, moriva Nicolò Foscari e il fratello Alvise si assunse l'onere di completarla. Nel 1561 Giambattista Zelotti e Battista Franco (morto in quell'anno lasciando incompiuta la Caduta dei Giganti) stavano ancora decorando le sale del piano nobile. Certamente l'edificio era già concluso nel 1566, quando fu visitato da Giorgio Vasari. Nel 1574 avvenne la memorabile visita di Enrico di Valois, che pochi mesi dopo divenne re di Francia.

Nei secoli successivi i Foscari acquisiscono ulteriori fondi nei dintorni, tant'è che nei pressi della villa sorsero diversi annessi adibiti a vari usi: stalle, barchesse, la casa del gastaldo, ma anche un traghetto, uno squero, una fornace, un'osteria; si aggiunsero poi una foresteria e varie case d'affitto che andarono a creare quasi un piccolo villaggio, la cosiddetta "piazza Foscari alla Malcontenta".

Ai primi dell'Ottocento, tuttavia, il palazzo era disabitato. Nei decenni successivi il complesso della "piazza" risultava in rovina e durante i moti del 1848 gli annessi furono smantellati dagli Austriaci. Fra il 1885 e il 1954 il panorama dell'area, su cui si affacciava la villa, era caratterizzato dalla presenza del binario e dei convogli della tranvia Padova-Malcontenta-Fusina.

La villa, entrata a far parte del vasto patrimonio immobiliare e fondiario del conte Lionello Hierschel de Minerbi, venne acquistata in seguito ad una lunga trattativa protrattasi tra il 1924 ed il 1926 da Albert (Bertie) Clinton Landsberg, con il supporto della mecenate Catherine d'Erlanger (moglie del banchiere Emile Beaumont d'Erlanger). La Malcontenta, fino ad allora adibita a magazzino agricolo, fu sottoposta a un primo, lungo restauro. La Villa diventa uno dei luoghi più ambiti dall'aristocrazia intellettuale del XX secolo: Sergej Djagilev, i ballerini Boris Kochno e Serge Lifar, Paul Morand, Le Corbusier, Winston Churchill, furono spesso ospiti.

Un secondo intervento fu attuato negli anni 1960 con la collaborazione dell'Ente Ville Venete. Nel 1973 la villa è tornata alla famiglia degli antichi proprietari, grazie all'acquisto da parte di Antonio "Tonci" Foscari, che la acquistò dall'architetto-barone inglese Claud Phillimore, al quale Landsberg l'aveva lasciata in eredità nel 1965. Nel 1996 è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

(da Wikipedia)

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